ZAMMATTIO, Giacomo
Trieste, 1855 - Trieste, 1927
Indirizzato dalla famiglia, Giacomo
Zammattìo frequenta il Ginnasio
tedesco a Trieste e segue un corso
serale di disegno. L'interesse per
l'architettura lo porta a studiare al
Politecnico di Vienna, dove entra in
contatto con Enrico
Nordio, in quel periodo vicino a
Friedrich von Schmidt (1825-1891), e
dove segue le lezioni sul recupero
dello stile rinascimentale italiano
di Heinrich von Ferstel (1828-1883).
Rientrato a Trieste lavora
inizialmente come capo cantiere,
impegnandosi anche nella vita
culturale della città: è uno dei
fondatori del Circolo artistico
triestino e suo primo segretario. Nel
primo progetto rilevante, la casa in
via Battisti 35 (1881), viene
proposta in facciata una ripresa del
gusto neoclassico, gusto che verrà
successivamente abbandonato in favore
di una chiara adesione a diversi
stili storici, con predilezione per
le declinazioni neorinascimentali,
cinquecentesche e seicentesche
italiane.
La sua attività professionale più
intensa si svolge però a Fiume a
partire dal 1884, quando accetta
l'incarico di dirigere il cantiere
per il Teatro Comunale, seguito dalla
progettazione delle scuole maschile e
femminile di Fiume (1885). Partendo
da stilemi tratti dal rinascimento
veneziano, l'opera di Zammattio si
evolve con rimandi a forme
cinquecentesche e palladiane nel
palazzo della Società
Filoarmonica-Drammatica (1889),
mentre sono di sapore barocco le
citazioni nel palazzo Plök (1887),
nel gruppo di case in via De Amicis
(1895) e via Parini (1894-95), e
nell'imponente sede per la Cassa di
Risparmio Fiumana (1896).
Nella costruzione di case
d'abitazione adotta uno stile
neorinascimentale filtrato da accenti
toscani, come nella casa sul Corso
Mussolini (1895), in cui le nuove
richieste di spazi commerciali
vengono soddisfatte dalle ampie
arcate basamentali, o da elementi
lombardeschi, con evidenti richiami
alle indicazioni di Camillo Boito,
come nella casa Whitehead in via De
Amicis 4 (1896).
Nel 1904 Zammattio fa ritorno a
Trieste e si inserisce nelle attività
edilizie cittadine promuovendo ancora
una volta soluzioni di tipo
storicistico. Ai più recenti e
aggiornati stilemi liberty egli
preferisce ulteriori variazioni sul
neorinascimento: sono i casi della
villa Panfili (1907) e del palazzo
Dettelbach (1909), decorato dai
dipinti floreali di Pietro Lucano
(1878-1972).
Tra i suoi ultimi lavori vi è la sede
INAIL (1926), in collaborazione con
Enrico Nordio, gli interni per la
sala del Littorio (1926) e il
progetto per la
Stazione marittima (1926-1928)
ideato assieme a Umberto
Nordio, che sembra tardivamente
aprire a un possibile interesse dell’a
rchitetto per le strutture funzionali
in cemento armato a vista.
Bibliografia
M. Zammattio - A. Nezi, L'architetto
Giacomo Zammattio. La vita e le
opere, Bergamo, Istituto
Italiano d'Arti Grafiche,
1931.
S. Molesi, Una tesi di
laurea sull'architetto triestino
Giacomo Zammattio, in «Arte in
Friuli. Arte a Trieste», 1975, 1, pp.
151-159.
R. Scopas Sommer, Giacomo
Zammattio (Trieste 1855 - 1927)
architetto e collezionista,
Tesi di dottorato in storia dell'arte
moderna, XXV ciclo, Università degli
studi di Trieste, a. a.
2011-2012.
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