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GORIO, Federico

 
 
 

Milano, 1915 - Roma, 2007

Dopo la laurea in Ingegneria, conseguita a Roma nel 1938, Gorio si iscrive alla facoltà di Architettura. Tuttavia è costretto ad abbandonare gli studi per lo scoppio della guerra e, nel 1940, catturato dagli Inglesi in Libia, viene trasferito in un campo di prigionia in India, alle pendici dell’Himalaya. In quel clima psicologico, generato dalla lunghissima detenzione (1940-1946), inizia una dolorosa esperienza personale che ha segnato inesorabilmente il suo cammino ma che non ha mai piegato il suo attivismo intellettuale e creativo, grazie al quale sarà impegnato nei concorsi di architettura, interni al campo, e come docente nell'insegnamento di Tecnica urbanistica.
È con il rientro in Italia che l'esperienza di Gorio manifesta il suo intenso impegno sociale e civile che lo portano ad approfondire tematiche incentrate sull'architettura e l'urbanistica per la collettività e sull'edilizia economica e popolare (Tiburtino, La Martella, Torre Spagnola, Cavedone ecc).
I suoi prevalenti temi di impegno si possono individuare tra i seguenti campi:
a) indagini sociali: dall'inchiesta sui Sassi di Matera, alla ricerca delle esigenze del consumo per la determinazione degli standard edilizi e urbanistici presso il Centro Studi Gescal (che diresse dal 1963 al 1965);
b) indagini territoriali;
c) pianificazione a tutti i livelli;
d) architettura come espressione di civiltà: la ricerca di una semplicità essenziale e di una coerenza di fondo danno, a ogni lavoro edilizio affrontato da Gorio, il significato di un tentativo di comunicazione, al di là delle formule, nel continuo perseguimento di un'espressione di civiltà.
Ha svolto un'intensa attività accademica, indirizzando sotto il suo insegnamento generazioni di ingegneri e urbanisti che hanno saputo cogliere il significato delle sue riflessioni teoriche sulla città, sull'urbanistica e sulla società civile intera.
Autore di numerose pubblicazioni, nelle quali si riscontra una continua attenzione ai rapporti tra architettura, urbanistica e scienze sociali, è stato direttore della rivista «Rassegna di Architettura e Urbanistica» sin dall'anno 1977.
Nel febbraio 2002, per mettere in risalto l'attualità della sua lezione e della sua produzione scientifica, gli è stata conferita dall'Università di Reggio Calabria la laurea ad honorem in Architettura.
 

 

Bibliografia
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Il Piano Regionale degli Abruzzi, in «Rassegna Ingegneri Architetti», 1956, 1956
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L. Quaroni, La casa del Maresciallo a Villa Balestra in Roma, in «L'Architettura. Cronache e storia», 1959, 42
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Concorso per la Biblioteca nazionale in Roma sull'area del Castro Pretorio, in «L'Architettura. Cronache e storia», 1960, 52
Il concorso per il quartiere residenziale alle Barene di S.Giuliano Venezia-Mestre, in «Casabella-continuità», 1960, 242
Concorso per un quartiere residenziale Cep in Venezia-Mestre, Barene di S.Giuliano, in «L'Architettura. Cronache e storia», 1960, 7
F. Giovenale, Una proposta per la progettazione, in «Comunità», 1961, 86
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Chiesa e complesso parrocchiale al quartiere Ina-casa in via Cavedone, in «Chiesa e Quartiere», 21 marzo 1962
M. Tafuri, Studi e ipotesi di lavoro per un sistema direzionale di Roma, in «Casabella-continuità», 1962, 264
Itinerari Ina-casa, a cura di R. Marta e S. Panzarasa, Roma, SoGraRo, 1963
Progetto per la scuola elementare di Lorenteggio, Milano, in «Edilizia moderna», 1964, 82-83
Concorso Nazionale Ises di selezione progettisti sul tema di un quartiere a Secondigliano a Napoli, in «L'Architettura. Cronache e storia», 1965, 121
B. Zevi, Una città tutta da inventare, in «L'Espresso», 8 agosto 1965
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