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GALIZIA, Silvio

 

Silvio Galizia (Archivio Galizia).

 
 

Muri (Svizzera), 5 agosto 1925 - Roma, 28 novembre 1989

L'architetto Silvio Galizia lavorò prevalentemente a Roma nella realizzazione di cappelle e case generalizie, introducendo un nuovo linguaggio nello scenario religioso italiano. La sua poetica, ispirata dai maestri del Movimento moderno, possedeva una vigorosa chiarezza d’intenti che gli conferì grande notorietà nell'ambiente capitolino durante tutti gli anni '60 e '70.
Silvio, figlio di Enrico Galizia e di Anna Margareta, nacque  il 5 maggio 1925 a Muri un piccolo paesino del cantone Argovia, in una famiglia di origini friulane; fin da giovane dimostrò grande interesse per l'architettura sacra, testimoniata dalla passione per il grande Monastero benedettino di Muri.
Frequentò il Politecnico di Zurigo (ETH) dove conobbe Norberg-Schulz e studiò approfonditamente Le Corubusier e Wright. Inizialmente svolge la sua attività professionale in Svizzera (Zurigo, Basilea, Ginevra); il primo incarico importante gli venne affidato dai gesuiti svizzeri nel 1949, la realizzazione dell'Università per sacerdoti “Papal Seminary” a Poona in provincia di Bombay (India). In Oriente rimase solo dal 1951 al 1953, anno in cui arrivò a Roma dove, dopo un primo periodo tribolato, si trasferì in pianta stabile. Inizialmente lavorò come collaboratore per Riccardo Morandi, dal quale affinò le sue conoscenze strutturali e nell'uso del calcestruzzo. Nella seconda metà degli anni '50, intraprende un'intensa attività professionale, ricevette diversi incarichi tutti legati all'ambito religioso, come la casa generalizia per le Suore Missionarie dello Spirito Santo che rappresentò un momento di svolta nella sua carriera. Negli anni '60 divenne un architetto di riferimento per l'edilizia sacra. Il suo stile organico era governato dal calcestruzzo armato col quale modellava  figure composite e coperture molto complesse, simili ad una vela. In quegli anni, Galizia si occupò, nell'ambito della progettazione di edifici religiosi anche di opere artistiche e di arredo, vetrate, sculture, altrai e mosaici.
Nel 1973 realizzò, sempre a Roma, la cappella per le Suore dell’Immacolata Concezione di Ivrea, la sua opera più emblematica. La seconda metà degli anni '70 sancì la fine del suo periodo d'oro e la progressiva riduzione degli incarichi.
Dal 1982 al 1988 progetta e realizza il Collegio universitario, chiesa e seminario "Jean Paul II" a Lomè, Golfo di Guinea nel Togo.
Dal 17 gennaio 1957 fu iscritto all'Ordine degli Architetti di Roma, come risulta dagli atti dell'archivio dell'Ordine, in seguito alla presentazione della domanda del 5 dicembre 1956, approvata in base all'accordo Italia-Svizzera del 5 maggio 1934.
Morì il 28 novembre del 1989 e venne sepolto nel Campo Santo Teutonico presso il Vaticano.

 

Bigliografia
L. Conoci, Silvio Galizia 1952-1989, Tesi di laurea, Facoltà di architetura, Università La Sapienza, Roma, 2016.
M. Guccione, D. Pesce, E. Reale, Guida agli archivi di architettura a Roma e nel Lazio. Da Roma capitale al secondo dopoguerra, Roma, Gangemi Editore, 2007 (3  ediz.), p. 112.
P.M. Della Porta, E. Genovesi, E. Lunghi, Guida di Assisi. Storia e arte, Assisi, 164, 1991.
G. Vindigni, Curia generalizia dei Padri Verbiti a Nemi: la Cappella, estratto da <<Costruire>>, 1966, 37.
Chiese nuove in Roma dal Concorso per progetti di massima di nuovi centri parrocchiali nella diocesi di Roma, a cura della Pontificia Opera per la preservazione della Fede e la provvista di nuove chiese di Roma, Roma, 1968, pp. 324-326.