SESTINI, Valerio
Firenze, 1935
Valerio Sestini si laurea presso la
facoltà di Architettura
dell'Università degli studi di
Firenze nell'anno accademico
1964-1965 con Domenico Cardini, e per
vari anni è allievo interno
all'Istituto di Elementi di
architettura e rilievo dei monumenti
diretto da Italo Gamberini. Dopo la
laurea vince una borsa di studio per
una ricerca sulle costruzioni in
acciaio e consegue un diploma sui
ponti in acciaio; inizia in questa
occasione la lunga collaborazione con
Leonardo Lusanna. Dal 1971 al 1981 è
professore incaricato per
l'insegnamento di Tecnologia delle
costruzioni e nel 1982 professore
associato di Tecnologia
dell'architettura.
Iscritto al Club alpino italiano dal
1954, frequentatore delle montagne da
quando era bambino, nel 1971 si reca
per la prima volta in Nepal con
l'amico Enzo Somigli, Beppe Tenti e
Reinhold Messner per un viaggio
alpinistico e ne trae ispirazione per
studiare le tipologie costruttive dei
ponti himalayani. Ha così inizio per
Sestini una lunga attività di ricerca
in territorio
nepalese, che lo vede
impegnato su più fronti per il
censimento, il salvataggio ed
il recupero del patrimonio
architettonico.
Nel 1975 esce il primo articolo di
Sestini sul Nepal dal titolo
Origine dei sistemi costruttivi
dei ponti nelle regioni himalayane e
loro evoluzione tipologica e
strutturale. Sempre nel 1975
l'architetto è selezionato per
partecipare - come componente del
gruppo scientifico - alla spedizione
scientifico-alpinistica italiana del
Club alpino italiano al Lhotse (8.516
metri, Nepal), guidata da Riccardo
Cassin. Sestini e Somigli percorrono
lunghe distanze, sovente ad
un'altitudine attorno ai 5.000 metri,
per documentare le caratteristiche
architettoniche delle
abitazioni degli
sherpa (gruppo etnico di
origine tibeto-birmana) nel distretto
del Khumbu ed in particolare nei
villaggi di Namche Bazar e Kumjung.
Nello stesso anno i due tornano nella
valle di Kathmandu, dopo un primo
sopralluogo nel 1971, per effettuare
rilievi dettagliati delle fontane di
Patan.
I
risultati della spedizione al Lhotse
vengono pubblicati nel volume
Lhotse 75, che accoglie le
relazioni di tutti i partecipanti
alla missione, e costituiranno
materiale espositivo per le mostre di
Pescia (Cai) e di Parigi (Unesco).
Nell'esposizione di Parigi, promossa
dall'Unesco e dal governo del Nepal,
le ricerche di Sestini e Somigli
sull'architettura sherpa nella valle
del Khumbu acquistano risonanza
internazionale; in particolare, esse
contribuiscono a richiamare
l'attenzione della comunità
scientifica sulla necessità di un
intervento urgente per salvaguardare
le valli della catena
himalayana.
Nel 1978 Sestini pubblica, per conto
dell'Unesco, il libro Sherpa
Architecture e diventa
consigliere ed esperto per il
Ministero degli affari esteri alla XX
conferenza generale dei Paesi membri
dell'Unesco. È dello stesso anno una
nuova missione in Nepal, nell'alta
valle della Kali Gandaki e Muktinath,
che lo vede impegnato ad approfondire
le tecnologie costruttive impiegate
nelle costruzioni himalayane site
nell'area influenzata dal buddismo
tibetano. L'argomento riceve
finanziamenti dal Consiglio nazionale
delle ricerche, che gli permetteranno
di condurre ulteriori missioni in
altre valli nepalesi (valli del
Marsyandi Khola e dell'Helambu), nel
1980, 1981 e 1982, per il
completamento delle ricerche sulle
tecnologie costruttive.
Nel 1981 hanno inizio, con il
Ministero degli affari esteri,
specifici studi sul patrimonio
architettonico nepalese (centro
storico di Patan, valle di Kathmandu,
Jumla e Parco nazionale del Rara),
che proseguiranno fino al 1999. Nel
1993 è consulente della missione
congiunta Unesco-Icomos per la
revisione dei confini dei World
Heritage Site nella valle di
Kathmandu e, finalmente, nel 2000 le
ricerche condotte da Sestini si
traducono in un "piano pilota" per la
salvaguardia e la tutela
dell'ambiente e dell'architettura
lungo il fiume Bagmati nella valle di
Kathmandu, finanziato dal Ministero
degli affari esteri e condotto
assieme a Caterina Bonapace
(antropologa), Martino Nicoletti
(etnologo), Vincenzo Bentivegna
(economista), Enzo Somigli e Vincenzo
Gabriele (architetti).
Bibliografia
V.
Sestini, Kaly
Gandaki Valley, Nepal
1971, estratto dal bollettino
«Notiziario», 3, sezione Cai di
Firenze, 1972-1973.
Ministero
degli affari esteri, Direzione
generale delle relazioni
culturali, Missioni
archeologiche italiane. La ricerca
archeologica, antropologica,
etnologica, estratto
da «L'Erma» di Bretschneider,
1997.
Department
for development cooperation,
Department of cultural
relations, Culture
in Sustainable
Development, Roma,
Christengraf s.r.l., sept.
1999.
«Costruire
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XIII, 75.
C.
Bonapace, Sestini: 30
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della sera», 8 gennaio
2002.
C.
Bonapace e V.
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V.
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Alinea, 2006.
«Opere.
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C.
Bonapace e V.
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S.
Sinibaldi, Intervista
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2011), depositata
presso l'archivio orale di Silvia
Sinibaldi.
S.
Sinibaldi, Valerio
Sestini. Inventario
analitico, Archivio
di Stato di Firenze, 2011.
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