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Le biografie si articolano in due pagine. Nella prima è presente il profilo biografico dell'architetto e una bibliografia essenziale. Nella seconda pagina compare invece l'elenco dei progetti principali del biografato e, in particolare, sono evidenziati quelli corredati da una scheda con relative immagini, le quali, quindi, possono essere visualizzate. Per reperire le biografie degli architetti associati a studi di architettura, consultare l'elenco alfabetico sotto la lettera S.

 
 
  • BAZZANI, Cesare

    BAZZANI, Cesare

    Roma 1873 - Roma 1939

    Cesare Bazzani nasce a Roma il 5 marzo 1873 da Luigi, pittore e scenografo, e da Elena Fracassini-Serafini. Frequenta la scuola di applicazione di Roma, si laurea in Architettura tecnica (Ingegneria civile) nel 1896. I primi anni di professione lo vedono impegnato in una serie di progetti e di studi di vario genere tra cui saggi di restauro di edifici medievali di Roma: l'Albergo dell'Orso, il Palazzetto della Fornarina e alcune casette al rione Regola. Nel 1906 vince il concorso per la Biblioteca nazionale di Firenze; due anni dopo vince anche il concorso per la Galleria d'arte moderna di Roma. Questi due successi saranno decisivi per la sua fama. Nel 1913 pone allo studio il progetto per il Ministero per la pubblica istruzione. La sua attività diventa intensissima. Bazzani realizza in varie città italiane una lunga serie di edifici civili, di chiese, di palazzi del governo, palazzi delle poste, case del fascio e del mutilato, sedi di amministrazioni locali, banche e scuole, disseminate in 68 città italiane, una produzione tale che tutte «le opere da lui progettate e costruite messe insieme costituirebbero, loro sole, una città vastissima», come ebbe a dire Gustavo Giovannoni commemorandone la morte avvenuta a Roma il 30 marzo 1939.
  • BELOTTI, Giandomenico

    BELOTTI, Giandomenico

    Bergamo 1 dicembre 1922 - Milano 22 ottobre 2004

    Giandomenico Belotti nasce a Bergamo il primo dicembre 1922. Dopo gli studi presso l'Istituto superiori di industrie artistiche - Isia di Monza e il liceo artistico di Brera, nel 1941 si iscrive alla Facoltà di architettura del Politecnico di Milano, seguendo un percorso formativo che si protrae per lungo tempo e durante il quale Belotti alterna numerose esperienze lavorative. Nell'immediato dopoguerra si dedica alla regia e al montaggio di documentari d'arte, coltivando il circuito degli artisti milanesi che si radunano al bar Giamaica, quali Valerio Adami, Aldo Bergolli, Gianfranco Pardi, Cesare Peverelli, Bepi Romagnoni ed Emilio Tadini. Nel 1949 torna a frequentare le lezioni al Politecnico di Milano, dove conosce Franco Marescotti, col quale partecipa alle esperienze dei centri sociali cooperativi. Nello stesso anno trova impiego presso lo studio dell'ingegnere Franco Scolari, per il quale progetta autonomamente, a Milano, due edifici per abitazioni; lavora inoltre negli studi di Giulio Minoletti e di Guglielmo Ulrich. Nei primi anni Cinquanta fonda con Vittorio Korach, sempre a Milano, lo "Studio di architettura S. Eufemia" ed edifica la casa ad appartamenti in via Cimarosa 7 (1956).
  • BERLAM, Arduino

    BERLAM, Arduino

    Trieste 1880 - Tricesimo (UD) 1946

    Arduino Berlam si diploma al Politecnico di Milano nel 1904 e frequenta poi l'Accademia di Brera. Come il padre Ruggero, rimane influenzato dalla lezione di Camillo Boito ma se ne allontana per un diverso uso della decorazione adottata nei suoi edifici. Nei primi anni di attività progettuale egli affianca il padre nel lavoro; insieme ricevono l'incarico della costruzione del Tempio israelitico di Trieste (1906-1912), che li impegna nella difficile ricerca di una nuova e riconoscibile espressività per la sinagoga. Nel palazzo della Ras (1911-1914) la presenza di Ruggero determina la ripresa del filone cinquecentista, sulla scia del Palazzo Vianello ma con maggiore monumentalità, un filone che Arduino perseguirà anche da solo per la sistemazione della sede della Banca d'Italia (1921-1931). Arduino si afferma come progettista autonomo solo dopo la guerra, inizialmente grazie alla realizzazione del Faro della Vittoria (1919-1927), opera di cui si fece convinto promotore e sostenitore e in cui celebra le aspirazioni irredentistiche proprie e del padre; quest'ultimo aveva fra l'altro predisposto un lascito per l'edificazione di un monumento dedicato all'Italia liberatrice.
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