Roma, Quartiere di residenze popolarissime: Pietralata II (Tiburtino III, Santa Maria del Soccorso) I.C.P., Giuseppe Nicolosi 1935-1937
Veduta di raggruppamenti di edifici della borgata Pietralata II, poi Tiburtino III e oggi Santa Maria del Soccorso, Roma 1937.
Autore: Giuseppe
Nicolosi
Borgata Tiburtina costituisce il
"primo più notevole e significativo
esempio di borgata periferica
popolarissima". Demolita a partire
dal 1974, per la realizzazione del
piano di zona 15 bis., la borgata
sorgeva in un'area pianeggiante
accanto alla pineta dell'ex-forte
Tiburtino. Essa si estendeva per
210.000 mq. e conteneva 2000 alloggi
per un totale di ben 5000 vani.
Questa borgata, come le altre che
seguiranno, è figlia delle esperienze
tedesche delle "siedlungen" a
carattere semirurale e nasce in piena
coerenza con le
politiche-sociali anti-urbane e
di decentramento messe in atto dal
regime per sfollare il nucleo
centrale della città dagli strati più
poveri della popolazione.
La linea principale di movimento,
attraverso cui si accedeva alla
borgata è rappresentata dalla via
che, partendo dalla Tiburtina,
costeggiava la chiesa, proseguendo
rettilinea da nord a sud nella
visuale di una altura sistemata a
verde. Tale via, lambiva la piazza
principale e, al suo termine, piegava
in una curva riconnettendosi alla via
di Grotte di Gregna.
Una parallela ad essa ad est della
piazza, consentiva la circolazione
rotatoria intorno ad essa, o meglio
intorno alla spina di lotti centrali
comprendenti oltre la piazza di
riunione anche la piazza del mercato.
Questa, collocata contigua alla
prima, e largamente comunicante con
essa, contribuiva, insieme con la
disposizione delle linee di traffico
sopradescritte, a convogliare la vita
nella piazza e a dare commercio ai
negozi che vi si aprono.
Al confine occidentale della borgata,
il forte Tiburtino offriva uno sfondo
verde elevato coperto da una ricca
alberatura di pini: se ne sfruttò la
presenza, disponendo nella zona
occidentale case basse, e lasciando
aperte le vie trasversali, in modo
che tale visuale verde fosse goduta
il più possibile da tutti i punti
della borgata. "Concetto
informatore della composizione è
stato inoltre il dividere la
costruzione in gruppi, separati gli
uni dagli altri dalle vie o da spazi
verdi" in modo tale che, ambienti
ristretti e raccolti, evitassero
"l'aspetto deprimente di una immensa
distesa uniforme di
cellule-appartamento".
"Ogni gruppo ha il suo campo da
giuoco, i lavatoi, gli stenditoi, che
gli conferiscono una certa
autonomia." In particolare sono stati
creati raggruppamenti di fabbricati a
forma di C, con il lato aperto
esposto verso mezzogiorno e
prospiciente su zone verdi in modo da
"formare piccoli cortili aperti pieni
di sole, con un piccolo campo da
giuoco nel centro".
"Nella concezione del piano
regolatore della borgata può
rilevarsi qualche eterogeneità e
qualche discontinuità di
configurazione. Il che peraltro
dipende dal fatto che la prima parte,
quella già costruita, è stata
concepita prima che fosse deciso
l'ampliamento."
Archivio del progetto
Archivio "Giuseppe
Nicolosi", sezione
Fotografica, Roma: contiene foto del quartiere
alla data della sua realizzazione e
riproduzioni fotografiche dei disegni
e di alcuni edifici
Bibliografia
Abitazioni provvisorie e abitazioni
definitive nelle borgate
periferiche
in
Giuseppe
Nicolosi Scritti
1931-1976,
a cura di
Luca Arcangeli, Latina, Casa dell’a
rchitettura di Latina edizioni, 2013,
p.
603
Giuseppe Nicolosi: figura opere e
contesto
in
«Rassegna di architettura e
Urbanistica»,
XIX (1983),
55