Trieste, Narodni dom - Hotel Balkan, Max Fabiani, 1901-1904
Autore: Max
Fabiani
Il
Narodni Dom è uno degli
edifici triestini
dalla storia più travagliata e
complessa. All'epoca della
costruzione fu il primo centro
polifunzionale d’Europa, concepito
per accogliere la comunità slovena
nel capoluogo giuliano.
Dagli scritti dell'architetto si
evince che a causa delle ristrettezze
economiche la facciata dovette essere
realizzata con mattoni a
vista e la decorazione fu
prevista solo per l'ingresso
principale. Per amplificarne l’i
mponenza, l’ingresso
venne concepito con andamento concavo
e lo spazio antistante, così
ottenuto, fu sfruttato per la
creazione di un
frangivento
All'interno della fabbrica, oltre
alla banca, si trovavano un teatro
con galleria, una palestra, due
caffè, due ristoranti, un albergo,
una centrale autonoma di
illuminazione e un consistente numero
di appartamenti.
Prima dell’incendio
appiccato all’edificio dalle squadre
fasciste, il 13 luglio 1920, che
distrusse completamente gli interni
lasciando integre solo le murature
esterne, la distribuzione degli spazi
era molto diversa dall’attuale e
assai più articolata. Ai tre piani
inferiori erano allocati il centro
comunitario, i caffè, i ristoranti,
le palestre, il teatro, la stamperia,
la Cassa mutua dei lavoratori nonché
gli ingressi all’albergo e agli
appartamenti. Dalla piazza della
caserma si entrava direttamente al
caffè, al ristorante e alla palestra.
Una doppia scala monumentale
conduceva alla platea del teatro e,
proseguendo fino al primo piano, si
accedeva alla relativa galleria, alla
Cassa di Risparmio e a una serie di
sale adibite a scopi diversi. Il
teatro poteva contenere 350 persone
ed era dotato di cinque uscite di
sicurezza, un fatto che permise di
salvarsi a molte delle persone che il
giorno dell’incendio si trovavano all’
interno del complesso. I quattro
scaloni laterali portavano ai piani
superiori, dove era un albergo con 36
camere singole e 24 matrimoniali,
tutte dotate di bagno, e 12
appartamenti di diverse dimensioni.
Nel sottotetto, infine, trovavano
posto gli alloggi per il personale
dell’albergo nonché la lavanderia e
gli stenditoi.
Di questa perfetta macchina
polifunzionale, all’avanguardia per l’
epoca, oggi non rimane altro che la
conformazione esterna. Fu riadattata
negli anni Trenta e attualmente è
sede della Scuola interpreti e
traduttori di Trieste.