Elaborato grafico della Tomba
Brion nel cimitero di San Vito
d'Altivole, 1968-1978.
Autore: Carlo
Scarpa
Collaboratori: Guido
Pietropoli, Carlo Maschietto e Studio
Porcinai
La Tomba Brion nel cimitero di San
Vito d'Altivole è stata progettata
da Carlo Scarpa in collaborazione
con Guido Pietropoli, Carlo
Maschietto e lo Studio Porcinai di
Firenze (progetto del verde). Il
progetto è documentato dal 1969
alla fase di realizzazione che,
iniziata nel 1970, si protrasse
fino al 1978, anno della morte
dell'autore. Il progetto fu
commissionato da Onorina Brion per
dare sepoltura al marito nel paese
d’origine. Inizialmente
l'intervento scarpiano doveva
estendersi su un’area di 68 metri
quadri, ma successivamente viene
ampliato fino ad occupare un’area
di oltre 2.000 metri quadri
adiacente al vecchio cimitero,
cambiando radicalmente la scala del
progetto. Il lotto è a forma di L
rovesciata adiacente al vecchio
cimitero. All’interno dell’area i
singoli manufatti architettonici si
pongono come tappe di un lungo
percorso e già dalle soluzioni
preliminari è evidente l’intenzione
di articolare il progetto in
funzione di uno spettatore in
movimento. I sepolcri dei
committenti sono il punto intorno a
cui si snoda tutta la composizione
nell’angolo del lotto. La
costruzione inizia con la
recinzione dell’area nella
primavera del 1970. Prosegue con la
realizzazione della zona d’ingresso
dal cimitero esistente, denominata
da Scarpa “i propilei”. In quel
punto viene realizzato un
abbassamento del muro di cinta,
affinché dal cimitero del paese si
veda la sommità dell’arcosolio.
Successivamente viene costruito il
padiglione con le tombe dei
parenti. Dopo questo viene
realizzata la cappella sull’acqua,
alla quale si accede anche dalla
strada. Segue alla fine del 1971 l’e
dificazione dell’oggetto più
importante della composizione, l’a
rcosolio con i sepolcri dei
committenti, un arco ribassato
sotto il quale i sarcofagi dei due
coniugi sono inclinati l’uno verso
l’altro a testimoniare affetto
reciproco. Infine viene realizzato
il padiglione sull'acqua, uno
spazio dedicato alla meditazione. L’
accesso al padiglione sulle acque è
pensato in una prima versione
attraverso un percorso che partisse
dalla cuna dell’arcosolio; viene
realizzato invece un percorso
coperto che parte dall’ingresso
principale. Tutti i corpi di
fabbrica furono realizzati in
calcestruzzo gettato in casseforme
di legno grezzo. Un giardino è
distribuito armonicamente tra una
costruzione e l'altra. Per via
della vastità del sito e della
libertà quasi totale che ebbe
l'architetto nel progettarlo, il
complesso monumentale dei Brion è
generalmente considerato il
testamento architettonico di Carlo
Scarpa.
Archivio del
progetto
Centro Archivi MAXXI Architettura,
MAXXI Museo nazionale delle arti del
XXI secolo, Roma: contiene
1.833 elaborati grafici, 30
fotografie, 66 negativi, 3 provini,
38 lettere, 2 telegrammi, 5 fogli con
testo dedicatorio, 1 elenco di piante
ed essenze, 6 fogli di appunti,
documenti vari.
Bibliografia
Carlo Scarpa 1906-1978, a
cura di F. Dal Co e G. Mazzariol,
Milano, 1984
Carlo
Scarpa. I disegni per la tomba Brion.
Inventario, a cura di Erilde
Terenzoni, Electa, Milano, 2006