Azienda territoriale per l'edilizia residenziale - ATER del Comune di Roma
Tra le sue opere più significative possono senz'altro essere segnalate: le case in via Gargano a Monte Sacro, realizzate nel biennio 1924-1926; la quasi contemporanea (1925-1927) sistemazione delle case del gruppo Flaminio intorno a piazza Perin del Vaga; la palazzina in via Calandrelli realizzata dall'ICP per conto terzi. Dal punto di vista creativo, condivide le idee di architettura dinamica ed espressiva di Sabbatini, sebbene sia tutto da appurare il travaso d'idee tra i due progettisti.
Piuttosto noto nell'ambiente della capitale come disegnatore di visioni architettoniche, scenografiche e decorative che hanno come punto di riferimento il mondo classico, viene ricordato come un autore che "possiede un sentimento che chiamerei dorico. Il dorico Limongelli profila sulla nudità della parete una liscia membratura architettonica e applica lo scudo di un'arma come se fosse un mascherone decorativo. In questo arcaismo l’artista nulla concede ai gusti del tempo, ma segue la sua natura che vuol perdersi nelle finezze, ma concepisce sub specie aeternitatis” (C. Cecchelli, Profili di giovani architetti: A. Limongelli, in Architettura e arti decorative fasc. III-IV,1927)
ALCUNI PROTAGONISTI
Camillo
Palmerini, compie
il proprio percorso di evoluzione
artistica e lavorativa quasi
interamente all'interno dell’ICP, di
cui era progettista. Della sua opera
non è mai stato effettuato un vero e
proprio consuntivo, probabilmente
proprio perché le caratteristiche
della sua produzione sembrano
coincidere pressoché del tutto con
gli stilemi in uso nel decennio
1920/1930 presso l'ICP. Sebbene quasi
obliate nell'anonimato dell'Ufficio
Tecnico dell'Istituto è possibile
ascrivere al suo operato: le
palazzine nei lotti 12 e 14 alla
Garbatella nel
quadriennio 1926-1930; il gruppo di
"case popolari" di Ponte
Lungo, sulla Via Appia
(1927-1928) e quelle “economiche” di
viale Adriatico a Monte
Sacro (1928-1930).
Gli interventi in cui realizza una
maggiore espressione artistica e
personale sono: il blocco di case
economiche Appio I
prospiciente piazza Tuscolo (1925),
in cui attraverso una connotazione
"neomedievalista" si comincia a
delineare il distacco dai modi di
Pirani; il blocco "popolare" di Santa
Maria Liberatrice (lotto XXXI di
Testaccio, 1928-1930), mediante il
quale ad un Novecento di routine si
affiancano gli ultimi echi del
cosiddetto "barocchetto
romano".
Attraverso queste opere la sua
attività si connoterà sempre più per
i riferimenti alla romanità e con
volumi fortemente chiaroscurati,
assumendo le caratteristiche tipiche
del Novecento di scuola
romana.