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Azienda territoriale per l'edilizia residenziale - ATER del Comune di Roma

 
 Alessandro Limongelli, Quartiere IACP Flaminio 2, Roma 1925.

Alessandro Limongelli, Quartiere IACP Flaminio 2, Roma 1925.

 
 
ALCUNI PROTAGONISTI
Nel corso degli anni hanno lavorato per lo IACP, come si è detto, alcuni dei più importanti architetti, quali Alberto Calza BiniGiorgio Guidi, Plinio Marconi, Camillo Palmerini, Innocenzo Sabbatini, Pietro Sforza, Giorgio Wittinch ed altri ancora.
Qui si è voluto dare testimonianza dell'attività professionale di alcuni di loro, dipendenti interni dell'Istituto, che hanno lasciato la loro impronta nella realizzazione degli edifici.
 
Alessandro Limongelli, progettista originale morto prematuramente. Dopo aver lavorato per l'ICP, entra a far parte della Sezione Architettura annessa all'Ufficio Piano Regolatore del Governatorato di Roma, partecipando alla redazione dei programmi che sfoceranno nel Piano regolatore del 1931.
Tra le sue opere più significative possono senz'altro essere segnalate: le case in via Gargano a Monte Sacro, realizzate nel biennio 1924-1926; la quasi contemporanea (1925-1927) sistemazione delle case del gruppo Flaminio intorno a piazza Perin del Vaga; la palazzina in via Calandrelli realizzata dall'ICP per conto terzi. Dal punto di vista creativo, condivide le idee di architettura dinamica ed espressiva di Sabbatini, sebbene sia tutto da appurare il travaso d'idee tra i due progettisti.
Piuttosto noto nell'ambiente della capitale come disegnatore di visioni architettoniche, scenografiche e decorative che hanno come punto di riferimento il mondo classico, viene ricordato come un autore che "possiede un sentimento che chiamerei dorico. Il dorico Limongelli profila sulla nudità della parete una liscia membratura architettonica e applica lo scudo di un'arma come se fosse un mascherone decorativo. In questo arcaismo l’artista nulla concede ai gusti del tempo, ma segue la sua natura che vuol perdersi nelle finezze, ma concepisce sub specie aeternitatis” (C. Cecchelli, Profili di giovani architetti: A. Limongelli, in Architettura e arti decorative fasc. III-IV,1927)
 

 

 
 
 Camillo Palmerini, Quartiere IACP Garbatella 3, Roma 1926.

Camillo Palmerini, Quartiere IACP Garbatella 3, Roma 1926.

 
 

ALCUNI PROTAGONISTI
Camillo Palmerini, compie il proprio percorso di evoluzione artistica e lavorativa quasi interamente all'interno dell’ICP, di cui era progettista. Della sua opera non è mai stato effettuato un vero e proprio consuntivo, probabilmente proprio perché le caratteristiche della sua produzione sembrano coincidere pressoché del tutto con gli stilemi in uso nel decennio 1920/1930 presso l'ICP. Sebbene quasi obliate nell'anonimato dell'Ufficio Tecnico dell'Istituto è possibile ascrivere al suo operato: le palazzine nei lotti 12 e 14 alla Garbatella nel quadriennio 1926-1930; il gruppo di "case popolari" di Ponte Lungo, sulla Via Appia (1927-1928) e quelle “economiche” di viale Adriatico a Monte Sacro (1928-1930).
Gli interventi in cui realizza una maggiore espressione artistica e personale sono: il blocco di case economiche Appio I prospiciente piazza Tuscolo (1925), in cui attraverso una connotazione "neomedievalista" si comincia a delineare il distacco dai modi di Pirani; il blocco "popolare" di Santa Maria Liberatrice (lotto XXXI di Testaccio, 1928-1930), mediante il quale ad un Novecento di routine si affiancano gli ultimi echi del cosiddetto "barocchetto romano".
Attraverso queste opere la sua attività si connoterà sempre più per i riferimenti alla romanità e con volumi fortemente chiaroscurati, assumendo le caratteristiche tipiche del Novecento di scuola romana.