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Le Visioni dell'architetto: tracce dagli archivi italiani di architettura

 
 Ingresso di un centro ricreativo in riva al mare di Angiolo Mazzoni, 1915.

Ingresso di un centro ricreativo in riva al mare di Angiolo Mazzoni, 1915.

 
 

Il progetto espositivo "Le Visioni dell'architetto: tracce dagli archivi italiani di architettura una mostra sulla dimensione utopica, visionaria, immaginifica del patrimonio di disegni e materiali d'archivio dell'architettura italiana nel 900" è stato realizzato a cura dell'Associazione Archivi di architettura AAA/Italia nell'ambito delle iniziative collaterali dell'XI Mostra Internazionale di Architettura tenutasi alla Biennale nel settembre 2008, grazie al contributo di due significative istituzioni del Ministero per i Beni e le Attività Culturali la Direzione Generale per gli Archivi e il MAXXI architettura, e di Thetis S.p.A. che ha reso disponibile Spazio Thetis all'Arsenale.
Il relativo catalogo è stato pubblicato in un numero speciale dedicato del Bollettino periodico dell'Associazione che reca in appendice anche una  Guida agli istituti soci di AAA/Italia e agli archivi degli architetti e ingegneri conservati e vigilati a cura di Antonella D'Aulerio e Anna Tonicello.

Come sottolineato dal presidente Andrea Aleardi e dal professore Rossari nell'editoriale del Bollettino, principale caratteristica è quella di essere una mostra collettiva - e soprattutto un'esperienza collettiva - che vede la partecipazione delle circa 30 istituzioni socie dell'Associazione, ognuna delle quali ha messo disposizione alcuni pezzi del proprio patrimonio di disegni e materiali d'archivio, tra quelli più significativi per delineare un percorso sulla dimensione utopica, visionaria, immaginifica dei tanti architetti impegnati nel rinnovo della cultura architettonica italiana.
L'iniziativa, come sostiene Margherita Guccione, non solo dà visibilità al lavoro svolto dall'Associazione per divulgare e valorizzare il patrimonio di disegni e documenti di architettura, ma contribuisce a "rafforzare una vera e propria strategia culturale, nel rispetto delle singole identità, che inserendosi nel quadro del rinnovato interesse degli ultimi due decenni, vede oggi la prospettiva concreta del nascente Museo nazionale di architettura che avrà sede nel MAXXI di Roma"
Ed anche Antonella Recchia, direttore generale per gli archivi, evidenzia l'importanza di "far conoscere al grande pubblico, nazionale ed internazionale, della Biennale un particolare settore della realtà archivistica italiana: il patrimonio prezioso e fragile di disegni, studi, elaborati grafici e progetti - in molti casi connessi e intrecciati tra loro -provenienti dagli archivi degli architetti italiani", un patrimonio connotato da un accentuato policentrismo di sedi di conservazione, che vanno dai grandi poli conservativi (quali l'Archivio Centrale dello Stato, il MART di Rovereto, l'Archivio del Moderno di Mendrisio, alcuni grandi Atenei) ad una miriade di altri soggetti pubblici e privati.

 
 
 Studio per il grattacielo S.K.N.E. a New York di Piero Portaluppi, 1920.

Studio per il grattacielo S.K.N.E. a New York di Piero Portaluppi, 1920.

 
 

I materiali esposti provengono dagli archivi conservati da diverse Istituzioni, che nella loro varietà di configurazione istituzionale e collocazione geografica ben rappresentano la poliedricità dell'Associazione: l'Accademia nazionale di San Luca, l'Archivio Centrale dello Stato, un notevole gruppo di Atenei (Politecnico di Milano e Politecnico di Torino, Università degli Studi di Catania, Università degli Studi di Genova, Università Iuav di Venezia, Università di Bologna, Università degli Studi di Firenze, Università degli Studi di Palermo, Università Politecnica delle Marche), la GAMUD - Galleria d'Arte Moderna di Udine, l'Ina Assitalia, gli Ordini degli Architetti di Bologna e di Roma, il  Mart - Archivio del '900 di Trento e Rovereto, l'ASAC Fondazione, La Biennale di Venezia, la Casa dell'Architettura di Latina, l'Istituto Alvar Aalto di Torino, le Fondazioni Giovanni Michelucci di Fiesole, Piero Portaluppi di Milano e Wolfsoniana Genova, gli Archivi privati Palazzotto di Palermo e Osvaldo Piacentini di Reggio Emilia; a questi si aggiungono le due Soprintendenze Archivistiche per il Lazio e  per la Toscana, con la cospicua serie degli archivi di architettura censiti nell’ambito dei progetti realizzati in questo ambito.

Si tratta, come scrive nel saggio introduttivo Ettore Sessa dell'Università di Palermo con un'efficace espressione dei "sogni nel cassetto: visioni di architettura dagli archivi italiani" cioè della rappresentazione della dimensione utopica, visionaria, immaginifica in rapporto all’architettura "costruibile", vista nel contesto ampio della cultura del progetto italiana del XX secolo.

 
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