Le Visioni dell'architetto: tracce dagli archivi italiani di architettura
Il
progetto espositivo "Le Visioni
dell'architetto: tracce dagli archivi
italiani di architettura una mostra
sulla dimensione utopica, visionaria,
immaginifica del patrimonio di
disegni e materiali d'archivio
dell'architettura italiana nel 900" è
stato realizzato a cura dell'Associazione
Archivi di architettura
AAA/Italia nell'ambito delle
iniziative collaterali dell'XI Mostra
Internazionale di Architettura
tenutasi alla Biennale nel settembre
2008, grazie al contributo di due
significative istituzioni del
Ministero per i Beni e le Attività
Culturali la Direzione Generale per
gli Archivi e il MAXXI architettura,
e di Thetis S.p.A. che ha reso
disponibile Spazio Thetis
all'Arsenale.
Il relativo catalogo è stato
pubblicato in un numero speciale
dedicato del Bollettino periodico
dell'Associazione che reca in
appendice anche una Guida agli
istituti soci di AAA/Italia e agli
archivi degli architetti e ingegneri
conservati e vigilati a cura di
Antonella D'Aulerio e Anna
Tonicello.
Come sottolineato dal presidente
Andrea Aleardi e dal professore
Rossari nell'editoriale del
Bollettino, principale caratteristica
è quella di essere una mostra
collettiva - e soprattutto
un'esperienza collettiva - che vede
la partecipazione delle circa 30
istituzioni socie dell'Associazione,
ognuna delle quali ha messo
disposizione alcuni pezzi del proprio
patrimonio di disegni e materiali
d'archivio, tra quelli più
significativi per delineare un
percorso sulla dimensione utopica,
visionaria, immaginifica dei tanti
architetti impegnati nel rinnovo
della cultura architettonica
italiana.
L'iniziativa, come sostiene
Margherita Guccione, non solo dà
visibilità al lavoro svolto
dall'Associazione per divulgare e
valorizzare il patrimonio di disegni
e documenti di architettura, ma
contribuisce a "rafforzare una vera e
propria strategia culturale, nel
rispetto delle singole identità, che
inserendosi nel quadro del rinnovato
interesse degli ultimi due decenni,
vede oggi la prospettiva concreta del
nascente Museo nazionale di
architettura che avrà sede nel MAXXI
di Roma"
Ed anche Antonella Recchia, direttore
generale per gli archivi, evidenzia
l'importanza di "far conoscere al
grande pubblico, nazionale ed
internazionale, della Biennale un
particolare settore della realtà
archivistica italiana: il patrimonio
prezioso e fragile di disegni, studi,
elaborati grafici e progetti - in
molti casi connessi e intrecciati tra
loro -provenienti dagli archivi degli
architetti italiani", un patrimonio
connotato da un accentuato
policentrismo di sedi di
conservazione, che vanno dai grandi
poli conservativi (quali l'Archivio
Centrale dello Stato, il MART
di Rovereto, l'Archivio del
Moderno di Mendrisio, alcuni grandi
Atenei) ad una miriade di altri
soggetti pubblici e privati.
I
materiali esposti provengono dagli
archivi conservati da diverse
Istituzioni, che nella loro varietà
di configurazione istituzionale e
collocazione geografica ben
rappresentano la poliedricità
dell'Associazione: l'Accademia
nazionale di San Luca, l'Archivio
Centrale dello Stato, un notevole
gruppo di Atenei (Politecnico
di Milano e Politecnico
di Torino, Università degli Studi
di Catania, Università degli Studi di
Genova, Università
Iuav di Venezia, Università di
Bologna, Università degli Studi di
Firenze, Università degli Studi di
Palermo, Università Politecnica delle
Marche), la GAMUD
- Galleria d'Arte Moderna di
Udine, l'Ina Assitalia, gli
Ordini degli Architetti di Bologna e
di Roma, il Mart - Archivio del
'900 di Trento e Rovereto, l'ASAC
Fondazione, La
Biennale di Venezia, la Casa
dell'Architettura di Latina,
l'Istituto Alvar Aalto di Torino, le
Fondazioni Giovanni
Michelucci di Fiesole, Piero
Portaluppi di Milano e Wolfsoniana
Genova, gli Archivi privati
Palazzotto di Palermo e Osvaldo
Piacentini di Reggio Emilia; a questi
si aggiungono le due Soprintendenze
Archivistiche per il Lazio
e per la Toscana,
con la cospicua serie degli archivi
di architettura censiti nell’ambito
dei progetti realizzati in questo
ambito.
Si tratta, come scrive nel saggio
introduttivo Ettore Sessa
dell'Università di Palermo con
un'efficace espressione dei "sogni
nel cassetto: visioni di architettura
dagli archivi italiani" cioè della
rappresentazione della dimensione
utopica, visionaria, immaginifica in
rapporto all’architettura
"costruibile", vista nel contesto
ampio della cultura del progetto
italiana del XX secolo.
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