Le Corbusier e l'ospedale di Venezia
Schizzo di Le Corbusier con il nuovo ospedale a confronto con il campanile e la basilica di San Marco, 1964.
Il Piano regolatore generale di Venezia del 1959 prevede il trasferimento dell'ospedale civile da SS. Giovanni e Paolo all'area del macello comunale a San Giobbe, all'estremo limite del sestiere di Cannaregio verso il ponte lagunare e la terraferma. Constatato che la vecchia sede è obsoleta e insufficiente e non risponde più alle moderne esigenze di efficienza, si decide di realizzare qui un nuovo complesso da 1.200 letti. L'amministrazione ospedaliera si oppone dapprima al trasferimento ma nel 1962, alla definitiva approvazione del piano, decide di appoggiare quella che sarà la prima importante realizzazione architettonica del dopoguerra a Venezia. Su iniziativa del sindaco Giovanni Favaretto Fisca viene avanzata, da parte delle amministrazioni comunale e ospedaliera congiunte, la proposta di affidare a Le Corbusier l'incarico del progetto per il nuovo ospedale. A questa ancora vaga iniziativa l'architetto risponde, senza impegnarsi, con una celebre lettera, cui la stampa dà grande rilievo: «Quel che dovete costruire, fatelo di un'architettura il più moderna possibile, fate stabilire, da chi ne abbia diritto, degli standard di illuminazione e di aerazione che costituiranno le facciate. Impiegate il cemento armato per stabilire questi standard e non cercate di copiare il vecchio mattone fatto a mano della vecchia Venezia». Nell'ottobre 1962 Le Corbusier promette di considerare seriamente la proposta di incarico, non escludendo un suo prossimo viaggio a Venezia. Contemporaneamente, però, l'amministrazione ospedaliera studia per proprio conto la progettazione del nuovo ospedale, elabora un progetto planivolumetrico di massima e, sviluppando una proposta di Bruno Zevi, il 20 maggio 1963 bandisce un concorso aperto ad architetti e ingegneri italiani. Questa decisione, però, non impedisce il proseguimento delle trattative con Le Corbusier, condotte soprattutto dal presidente dell'amministrazione ospedaliera Carlo Ottolenghi. L'architetto soggiorna a Venezia dal 29 agosto al 1° settembre 1963. Il concorso si conclude senza vincitore e con due progetti classificati ex aequo al secondo posto: Tadzio del gruppo Romano Chirivi, Costantino Dardi, Emilio Mattioni, Valeriano Pastor, Luciano Semerani e Ospedali civili riuniti di Daniele Calabi e Mario Dalla Costa. Nel novembre 1963 Le Corbusier si impegna a studiare il progetto di massima per l'ospedale. Il nome dell'architetto è, per l'amministrazione, garanzia per l'approvazione del progetto e per il finanziamento della sua realizzazione. Il 31 ottobre 1964 giungono a Venezia le tavole e un modello in scala 1:1000 di un primo progetto di massima. I disegni rappresentano un'idea preliminare per una struttura da 1.500 posti letto, da non rendere pubblica e da utilizzare solo come base di partenza per il conferimento di un incarico ufficiale di progettazione, che viene formalizzato il 2 dicembre 1964. Le Corbusier è convinto della necessità di inserire il nuovo complesso nel contesto edilizio senza nessuna alterazione del profilo urbano e, anzi, proponendo una stretta relazione fra l'orizzontalità dell'edificio e quella del paesaggio lagunare.
-
1
- 2