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13/01/2018
Latina, Futuristi e città di fondazione del Lazio

Sabato 13 gennaio 2018, ore 17:30 presso Spazio Comel, via Neghelli 68 - Latina, verrà inaugurata la mostra Futuristi e città di fondazione del Lazio a cura del professor Claudio Paradiso, Roberta Sciarretta e Massimiliano Vittori.

L'evento presenterà un'ampia rassegna di artisti che aderirono al movimento futurista e rappresentarono, chi con la pittura, chi con l'illustrazione, chi con la letteratura, chi con la musica, sia la nascita delle città di fondazione, sia i lavori di bonifica e le principali opere pubbliche del tempo.

Ricordiamo tra gli altri: Uberto Bonetti, Renato Di Bosso, Carlo Vittorio Testi, Pierluigi Bossi (Sibò), Dario Di Gese, Erberto Carboni, Marcello Nizzoli, Ruggero Alfredo Michahelles, Mino Rosso, Enrico Prampolini, Fortunato Depero, Osvaldo Peruzzi.

 

Per comprendere la stretta relazione che corre tra la mitopoietica futurista e la bonifica integrale bisogna risalire, innanzitutto, alla struttura cellulare del movimento marinettiano, a tutti quei dettati programmatici basilari che ne segnarono il cammino, rimanendo negli anni postulati imprescindibili: velocitàdinamismomodernolatriamacchinismopoliespressività.

I futuristi già agli albori del XX secolo avevano intuito l’ineludibile totale cambiamento in atto del mondo contemporaneo e ne avevano glorificato l’avvento.

Duranti il periodo che va dal 1927 (inizio dei lavori di delle paludi pontine) fino al 1939 (inaugurazione di Pomezia), l’opera di risanamento del territorio trasformò l’intero agro pontino-romano in un cantiere permanente a cielo aperto, cosa che determinò la nascita delle città nuove, dei borghi delle strade, dei canali di scolo, quale prova di modernità della nuova Italia.

La città, in questo caso le città nuove, nell’immaginario simbolico futurista, rappresentano anche l’antitesi vitalistica della palude, della miseria stagnante, della rassegnazione malarica.

L’intervento di bonifica integrale delle paludi pontine, inoltre racchiude in sé l’idea della bellezza meccanica, esaltata dall’utilizzo su vasta scala di escavatrici, trattrici, idrovore, mezzi che secondo i futuristi erano in grado di generare una nuova spiritualità, definita religione laica del macchinismo.

 

La mostra, vincitrice del bando 2017 della Regione Lazio (Legge n. 27 per le Città di fondazione), resterà aperta fino al 28 gennaio dalle 17.30 alle 20.00.

 

Per saperne di più

Futuristi e Città di Fondazione del Lazio

 

 

pdf Locandina (2,12 Mb)